a cura di: Alessio Bifulco, Leonardo Acerbo, Simone Castello, Antonio Fenza, Claudio Mancini, Vincenzo Cangiano
In un'Europa alle prese con la terza ondata di Covid-19, ora a far paura sono soprattutto le varianti sudafricana e brasiliana. Da un Paese all'altro la pandemia ha avuto ripercussioni diverse sulle scuole.
AUSTRIA
In Belgio le scuole di ogni grado e ordine sono aperte e organizzate sulla base di un protocollo sanitario, che prevede l'uso della mascherina e il distanziamento di 1 metro e mezzo.
Alle elementari vengono messi in isolamento i bambini seduti vicino al positivo e quando si superano i 2 contagiati in una classe, la direzione valuta la chiusura dell'intera sezione.
Dal 12 febbraio basta un solo caso di Covid-19 o un contatto con la variante sudafricana o brasiliana per chiudere un'intera classe.
GERMANIA
In Germania le scuole sono chiuse da una settimana prima di Natale, quindi da due mesi. Per la cancelliera Angela Merkel, l'istruzione è “una priorità”, e ha pensato di aprire le scuole il 1 marzo, salvo poi affidare ad ogni Lander (regioni tedesche) le valutazioni opportune,
Così oggi la Sassonia (Stato ad est della Germania) è diventata il primo Stato tedesco a riaprire nidi, materne ed elementari. Secondo un recente sondaggio per quanto riguarda la riapertura di scuole e asili, il 40% dei tedeschi è d'accordo con il fatto che siano i singoli Lander a deciderlo, contro il 58% che avrebbe preferito un regolamento su base nazionale. Il governo tedesco ha prolungato il lockdown fino al 7 marzo.
Gli asili nidi, materne e scuole elementari hanno riaperto le porte l'8 febbraio. Gli insegnanti possono eseguire direttamente in classe test a risposta immediata.
Se un solo alunno viene trovato positivo, tutti i compagni della stessa classe vengono messi in quarantena per cinque giorni.
Dopo la chiusura per le vacanze natalizie, dal 18 gennaio le scuole materne e i primi tre gradi delle elementari hanno riaperto. Insegnanti, personale scolastico e alunni vengono sottoposti a una vasta campagna di test che sta tuttora proseguendo. Tutti gli altri studenti rimangono a casa, in didattica a distanza.
Lo scorso 21 gennaio il governo portoghese ha decretato la chiusura di tutte le scuole per almeno 15 giorni, proprio per frenare i contagi, motivo per cui il lockdown è stato prorogato oltre la data del 5 febbraio. Le scuole sono rimaste chiuse e sono stati lasciati gli alunni in didattica a distanza fino a Pasqua.
SPAGNA
In Spagna tenere le scuole aperte è la linea seguita dal governo Sanchez, che insiste sull'importanza sociale della didattica in presenza. Obbligo di mascherina, distanziamento, isolamento dell'intera classe con un solo studente positivo, a tutti i compagni sono le norme vigenti nelle scuole spagnole. Anche se le regioni hanno margini di intervento in ambito scolastico, la linea è ovunque la stessa.
In Svezia sono state aperte soltanto materne ed elementari, ma in caso di aumento dei contagi le autorità competenti potranno decretarne la chiusura immediata. Invece dalle medie in su gli studenti hanno seguito la didattica a distanza prevista fino al primo aprile.
ITALIA
Per quanto riguarda il nostro paese, racconteremo le nostre esperienze: le regioni italiane continuano a cambiare colore, da zona gialla a zona rossa. E di conseguenza le scuole aprono e chiudono in continuazione.
Vanno in quarantena sia gli alunni che gli insegnanti per un positivo nella classe.